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CHRISTUS VINCIT!

09/04/2023
 
CHRISTUS
VINCIT!
 

Bacheca

QUO VADIS, DOMINE?

 

Reverente e filiale messaggio a Sua Santità il Papa Francesco
del Príncipe Dom Bertrand de Orleans e Bragança

 

San Pietro

 

Movimenti che combattono ostinatamente la proprietà privata,
anche attraverso azioni violente, vengono invitati a partecipare
alle riunioni di importanti organismi della Santa Sede e
uno di loro viene ricevuto dal Pontefice

 

Mi rivolgo a Vostra Santità nella mia doppia veste di Principe della Casa Imperiale del Brasile e attivo partecipante alla vita pubblica del mio Paese, per esternarLe una grave preoccupazione concernente la causa cattolica in Brasile e in generale nell'America del Sud.

Ai Brasiliani è ben noto il fatto che fu per volere di Papa Leone XIII, nonostante i prevedibili inconvenienti politici che potevano derivarne, che la mia bisnonna, la Principessa Isabel, Reggente dell'Impero, il 13 maggio 1888 firmò la Legge Aurea, abolente definitivamente la schiavitù in Brasile.

Questo le costò il trono, ma valse a farla passare alla storia come A Redentora, e a farle ricevere dalle mani del Papa la Rosa d'Oro, come ricompensa per la sua abnegazione in favore dell'armonia sociale e dei diritti dei più svantaggiati.

Mosso dallo stesso senso di giustizia e di dedizione al bene comune dei miei antenati, mi onoro di avere dato inizio e di aver animato per 10 anni la campagna Paz no Campo (1), che promuove l'armonia sociale nelle campagne brasiliane. Opera tanto più urgente in quanto, negli ultimi decenni, le aree rurali del Paese sono state notoriamente turbate da una serie di invasioni di terre, aggressioni, distruzioni delle piantagioni, confische, richieste ambientaliste irragionevoli, e incertezza giuridica.

Al centro di questa agitazione agraria - che è l'ostacolo principale al pieno sviluppo dell'agricoltura e dell'allevamento in Brasile, che comportano il 37% dell'occupazione (2) e circa la metà dei nuovi posti di lavoro creati nel primo semestre del 2013 (3) - si trovano: il Movimento dos Trabalhadores Sem-Terra, più noto con la sua sigla MST, e l'organizzazione internazionale La Via Campesina.

 

1. Il dirigente nazionale del MST si avvale del seminario convocato
da un organismo della Santa Sede come tribuna per fomentare la lotta di classe

È per questo che ho appreso con sgomento della convocazione inviata dalla Pontificia Accademia delle Scienze al Sig. João Pedro Stédile, coordinatore nazionale dell'MST e rappresentante de La Via Campesina, per partecipare come osservatore ad un seminario organizzato dalla detta Accademia, a Roma, il 5 dicembre 2013, sull'Emergenza esclusi (*), con le spese di viaggio pagate dal Vaticano, come ha dichiarato lo stesso interessato.

Questo sgomento si è diffuso nei più diversi media cattolici, perché, com'era prevedibile, il noto agitatore dell'MST ha approfittato dell'evento usandolo come tribuna per promuovere, ancora una volta, i suoi principii errati e le sue false soluzioni, entrambe basate sulla premessa della lotta di classe marxista e sull'utopia di una società collettivista.

Infatti, appena due giorni dopo il simposio tenutosi nei locali della Santa Sede, il Sig. João Pedro Stédile ha tenuto un discorso ai militanti dell'estrema sinistra altermondialista italiana, in un ex teatro di Roma da questi occupato. Nella conferenza, riprodotta dall'agenzia di stampa Adista (4), egli ha fatto apologia dei suoi metodi illegali. E ha detto: "la strada dei cambiamenti per via istituzionale sembra decisamente bloccata", e si è anche vantato che "tutto quello che il MST ha conquistato nel corso dei suoi 30 anni di vita è dovuto proprio alla pratica dell'occupazione di massa", cioè della violazione sistematica della proprietà privata nelle aree rurali.

La necessità di questo ricorso all'illegalità e alla violenza, da parte del MST, deriverebbe, secondo Stédile, dal fatto che "nell'attuale contesto storico, la correlazione di forze a livello di lotta di classe è assai sfavorevole alla classe lavoratrice" - cioè alle sinistre che usurpano la rappresentatività del mondo operaio.

Stédile ammette anche che "La classe lavoratrice in tutto il mondo vive ancora in un periodo di riflusso del movimento di massa", che colpisce lo stesso MST, "perché le condizioni della lotta di classe risultano più difficili: le masse percepiscono l'impossibilità di una vittoria e si tirano indietro".

 

Jõao Pedro Stédile

Jõao Pedro Stédile

2. "La curva della lotta di classe sarà mondiale...
e la terra tremerà"

Ma egli sostiene che questa mancanza di appoggio popolare non deve scoraggiare le forze della sinistra. Richiamandosi alla "scuola degli storici marxisti britannici", il capo degli invasori delle proprietà, spera che l'attuale periodo di riflusso sia anche un "periodo di resistenza come preludio di un processo di ripresa".

Questo periodo di resistenza - che secondo lui potrebbe durare "qualche anno" - dovrà servire per "apprendere le lezioni della lotta di classe nel corso del tempo". E il MST dovrà approfittarne per la sua "formazione politica", valorizzando e "studiando Marx, Lenin, Gramsci, ma anche i brasiliani Paulo Freire, Josué de Castro e tanti altri", ha detto Stédile ai suoi ascoltatori altermondialisti italiani.

Mi permetta, Santo Padre, di sottolineare la minaccia con la quale Stédile ha concluso la sua arringa: segnalando che è necessario che "la classe lavoratrice si riunisca a livello internazionale", ma che questo venga fatto al di fuori degli ONG e dei Social Forum - dato che questi avrebbero fallito nel compito di "organizzare il popolo" - e ha indicato che oggi è necessario riunire "tutti i movimenti sociali del mondo" in un "altro spazio" per affrontare il capitale finanziario internazionale. In questo modo, ha concluso, "la curva della lotta di classe sarà mondiale e quindi, quando comincerà la fase di ascesa, sarà così dappertutto. E la terra tremerà."

 

3. Stédile si vanta di aver ottenuto appoggi in Vaticano
e Leonardo Boff gioisce per questo

La terra per adesso non trema. Ma non posso fare a meno di chiedermi, Santo Padre, perché questo campione dell'utopia rivoluzionaria visceralmente anti-cristiana e promotrice della sistematica violazione delle leggi, sia stato invitato dalla Pontificia Accademia delle Scienze. Perché è ovvio che, essendo le classi popolari sempre più avverse alla predicazione rivoluzionaria, l'interesse del capo del MST e dei rivoluzionari in generale, può essere solo quello di utilizzare la Chiesa Cattolica e gli organismi della Santa Sede come compagni di viaggio in questa utopica avventura (da qui l'appello a studiare Gramsci, il grande ideologo di questa strategia).

È quello che ammette lo stesso J. P. Stédile in un'intervista (5) concessa dopo il suo intervento al Teatro Valle Occupato, dove si vanta di essere riuscito "ad ottenere che il Vaticano ci aiuti con la Via Campesina e con i movimenti sociali ad organizzare diverse conferenze il prossimo anno".

Egli spera, inoltre, che si stabilisca "da ora in poi un maggior dialogo fra il Vaticano e i movimenti sociali", il cui risultato sarebbe che "nei nostri paesi [...] le chiese locali ascoltino il popolo e non il Nunzio Apostolico, che è un burocrate al servizio di non si sa bene chi". È così che egli ripaga l'invito e il biglietto aereo che dice di aver ricevuto dal Vaticano...

Chi sarebbero i membri di queste "chiese locali" che squalificano in tal modo il rappresentante della Santa Sede, con il pretesto di ascoltare "il popolo", se non i sostenitori della Teologia della Liberazione?

È ben sintomatico il tono euforico col quale uno dei più citati corifei di questa corrente, l'ex frate Leonardo Boff, ha commentato l'incursione di Stédile in Vaticano (6).

Boff ha espresso la sua soddisfazione per il fatto che "i poveri e gli esclusi" - in realtà, i capi estremisti di sinistra - siano oggi "convocati a Roma per parlare essi stessi, insieme alla Sede Apostolica". Egli ha sottolineato che "il tema parla da sé: L'emergenza degli esclusi. Questo ci riporta ad un tema centrale della Teologia della Liberazione fin dai suoi primordi: L'emergenza dei poveri".

Secondo l'ex religioso, il simposio in questione può significare "l'inizio di una nuova volontà di reinventare [sic] l'umanità". Oh, come questo ricorda il mito dell'"uomo nuovo" collettivista, sognato da Marx!

 

4. Il messaggio di saluto all'organizzazione internazionale
responsabile di atti di vandalismo

Tutto ciò che è stato precedentemente esposto, Santità, rischia di scioccare milioni di cattolici brasiliani che conoscono da vicino il passato di violenza, criminalità, distruzione e miseria che il MST e la Via Campesina hanno lasciato dietro di loro nel corso dei 30 anni di occupazione illegale delle terre e del dominio totalitario sui militanti che riunivano nei loro insediamenti.

Questi Brasiliani saranno ancora più sconcertati quando, oltre a sapere dell'invito inviato a João Pedro Stédile a partecipare al detto seminario della Pontificia Accademia delle Scienze, verranno a conoscenza che Vostra Santità ha registrato in video, in quella occasione, un messaggio di saluto ai componenti della Via Campesina.

Forse Vostra Santità non è stato pienamente informato, ma questa organizzazione sovversiva è stata tristemente conosciuta dai Brasiliani nel mese di aprile del 2006, attraverso il commovente pianto, davanti alle telecamere, della ricercatrice Isabel Gonçalves, che ha visto annichilito il meritevole sforzo di 20 anni di ricerca scientifica, dall'attacco vandalico di 2.000 militanti di questa organizzazione contro l'impresa Aracruz Celulose, nello Stato di Rio Grande del Sud (7). Gli attaccanti, con un'operazione perfettamente sincronizzata, depredarono le grandi serre sperimentali, i sistemi di irrigazione, i vivai di piante, incendiarono le installazioni e distrussero i moderni apparati di laboratorio.

Militanti del MST

Militanti del MST chiudono
le autostrade vicino a Brasilia

Vostra Santità può valutare quanto suoni inverosimile, per i milioni di telespettatori che hanno assistito sbalorditi al pianto sconsolato della scienziata, il sapere che Vostra Santità, in questo video, ha stimolato la Via Campesina ad "andare avanti" - esattamente ciò che la scienziata non può fare: proseguire le sue meritorie ricerche (8).

Questo comportamento della Via Campesina, Santo Padre, non è stato l'unico. Per non dilungarmi oltre, cito solo un altro esempio. Nel giugno del 2008, i membri dell'organizzazione hanno distrutto le ricerche della Estação Experimental de Cana de Açúcar de Carpina [Stazione sperimentale di Canna da Zucchero di Carpina], nel Mata Norte, stazione legata alla Universidade Federal Rural de Pernambuco (UFRPE) [Università Federale Rurale di Pernambuco]. Verso le 4 del mattino, circa 200 militanti della Via Campesina arrivarono sulla scena con due autobus e immobilizzarono il vigilante della stagione. Con una rapida azione, durata circa un'ora, distrussero le piantagioni sperimentali nei campi e le ricerche del centro botanico sperimentale. Nei locali vi erano le ricerche della detta Stazione Sperimentale e degli studenti dei master e dei dottorati.

Secondo il direttore dell'unità, Djalma Eusebio, il danno scientifico e tecnologico è incalcolabile: "Hanno distrutto le piante che facevano parte della ricerca sul miglioramento genetico, che durava da più di dieci anni. Vi erano ricerche in fase di sviluppo da più di due anni, anch'esse completamente distrutte. Non c'è modo di recuperare il danno". I manifestanti fuggirono prima dell'arrivo della polizia e lasciarono sul campo due bandiere (9).

Quanto alle distruzioni operate dal Movimento dos Trabalhadores Rurais Sem Terra [Movimento dei Lavoratori Rurali Senza Terra] (MST) nel corso delle loro scorrerie criminali, ci vorrebbe un lungo libro per descriverle. Risparmio a Vostra Santità questo dispiacere.

 

5. Come interpreterà la Via Campesina
l'incoraggiamento di Papa Francesco ad "andare avanti"?

I militanti della Via Campesina probabilmente interpreteranno le sue parole ad "andare avanti", come applicabili alle loro azioni criminali sopra descritte. In questo caso esse sarebbero in netto contrasto con le parole categoriche con le quali il suo predecessore, S. S. Giovanni Paolo II, riprendendo l'insegnamento di Leone XIII, condannò in tre occasioni, tra il 1991 e il 2002, le occupazioni illegali di terre.

In particolare, il monito di Giovanni Paolo II ai Vescovi della Regione Sud l della CNBB in visita ad limina apostolorum, nel marzo 1995, quando ribadì l'insegnamento tradizionale della Chiesa: "Ricordo anche le parole del mio predecessore Leone XIII, quando insegna che 'né la giustizia né il pubblico bene consentono che si rechi danno ad altri nella roba, e sotto colore di non so quale eguaglianza si invada l'altrui' (Rerum novarum, 30). La Chiesa non può stimolare, ispirare e sostenere iniziative o movimenti che occupano le terre, sia con invasioni operate con la forza, sia con la penetrazione subdola nelle proprietà agricole" (10).

Monito che S. S. Giovanni Paolo II ribadì nel novembre 2002, con le seguenti parole: "Per realizzare la giustizia sociale si richiede molto di più della semplice applicazione di schemi ideologici originati dalla lotta di classe come, per esempio, l'invasione delle terre - già disapprovata nella mia visita pastorale nel 1991" (11).

 

6. Il capo argentino ritiene che la proprietà sia un furto
e sogna un socialismo fortemente pianificato

Bisogna ammettere, però, che Vostra Santità non ha avuto conoscenza degli atti criminali che coinvolgono la Via Campesina in Brasile, e che le parole "andare avanti" passano per una forma stilizzata per concludere il suo messaggio di saluto.

Ma - mi sia permesso di dire con tutto rispetto - la mia perplessità sarebbe maggiore nel caso che Vostra Santità non sapesse perfettamente chi è Juan Grabois, argentino militante della "sinistra popolare" peronista, anch'egli invitato dalla Pontificia Accademia delle Scienze, non solo per essere uno degli organizzatori del detto seminario, ma anche per essere il primo dei suoi relatori; cioè colui che avrebbe dato il tono ai colloqui successivi.

Juan Grabois

Juan Grabois argentino
militante della sinistra
popolare peronista

Animatore della rete dei cartoneros - i raccoglitori di carta di Buenos Aires - nel cosiddetto Movimento de Trabalhadores Excluídos [Movimento dei Lavoratori Esclusi], nonché uno dei fondatori della Confederação dos Trabalhadores da Economia Popular [Confederazione dei Lavoratori dell'Economia Popolare], da avvocato e attivista della sinistra peronista non nasconde le sue convinzioni apertamente marxiste.

In un articolo per l'AgendaOculta.net (12), Grabois sostiene che la "accumulazione originaria" della ricchezza delle classi benestanti "proviene da qualche grande crimine" che "il tempo non laverà giammai". Per lui, questa particolare ricchezza è necessariamente il frutto di "bottino, schiavitù, rapina, contrabbando, evasione di capitali, traffico di esseri umani, traffico, usurpazione, inadempimento, corruzione, malversazione di fondi pubblici...".

E aggiunge: "Sono questi, e non altri, i metodi che ha a corredo ogni aspirante borghese". In questa qualifica egli include i lavoratori nell'economia informale che, quando hanno successo nei loro sforzi, passano ipso facto, egli dice, da sfruttati a sfruttatori e stabiliscono anche loro "sistemi capitalisti di accumulo basati sul crimine, lo sfruttamento, la schiavitù e la violazione di tutti i diritti sociali" dei loro dipendenti e collaboratori.

Il che significa che ogni proprietario privato sarebbe un ladro per il semplice fatto di essere benestante: è la vecchia tesi di Marx e Proudhon. Vostra Santità noterà che una semplificazione così grossolanamente unilaterale, un tale odio di classe per il cosiddetto "borghese" e la proprietà privata, come per la libera iniziativa e il sistema salariale, è agli antipodi del pensiero della Chiesa e può solo sfociare nel "socialismo reale".

È esattamente ciò che propone l'ideologo dei cartoneros argentini: "La costruzione di un'economia popolare solidale, austera, non consumista", che presuppone un "quadro strategico" sicuramente socialista e statalista: solo quando l'economia sarà "socializzata e pianificata" (13), egli dice, si potrà realizzare la "società senza sfruttatori e sfruttati", il che implica "un fortissimo intervento dello Stato" (14). Tale intervento sarà totale e onnicomprensivo: "regolando, pianificando, implementando e assistendo le unità produttive popolari" (15).

Ci si può chiedere: in che si differenzia questo modello da quello della già defunta Unione Sovietica?

Veleno marxista in un involucro umanitario: tali sono le idee fondamentali di questo avvocato rivoluzionario. Eppure, Vostra Santità ha invitato i suoi cartoneros a salire sul palco della spiaggia di Copacabana durante la Via Crucis della Giornata Mondiale della Gioventù (16), oltre ad avergli tributato altri gesti di accoglienza, come l'udienza concessagli (17), per due ore, lo scorso agosto nella sua residenza di Santa Marta.

Questi gesti di Vostra Santità, comporterebbero un appoggio alla linea tracciata dall'ideologo Juan Gabrois? Ecco la mia filiale e rispettosa domanda.

 

7. Nei recinti del Vaticano echeggiano le elucubrazioni anticapitaliste di Karl Marx

Naturalmente il Sig. J. Grabois ha approfittato gioiosamente della tribuna inaugurale del seminario del 5 dicembre per sostenere le sue analisi sul marxismo e "spiegare" al cardinale Turkson, della Commissione Giustizia e Pace, e agli altri partecipanti all'evento, che Marx aveva ragione nel prevedere tutte le conseguenze rovinose del capitalismo!

Santo Padre, non voglio abusare del tempo di Vostra Santità riassumendo l'intervento di Grabois, intitolato Capitalismo d'esclusione, periferie sociali e movimenti popolari (18). Segnalo solo che egli riprende i vecchi luoghi comuni marxisti sul "carattere strutturale dell'esclusione", che per lui "sgorga dalle viscere del sistema economico finanziario globale", come "conseguenza di strutture umane ingiuste". Per questo, egli ritiene necessario "analizzare il capitalismo nella sua fase attuale" globalizzata, al pari dei "nuovi antagonismi sociali che esso genera".

Questa questione, secondo l'avvocato marxista, fu già affrontata da Karl Marx nel capitolo XXIII de Il Capitale. Ma ciò che Marx non aveva previsto, ha detto, è che, in un mondo globalizzato, un segmento crescente della popolazione sarebbe rimasto fuori dal processo produttivo formale, costituendo una "massa marginale" di "lavoratori esclusi", che per sopravvivere entrano nella sfera economica dell'informalità e costituiscono "il soggetto sociale più dinamico di questa fase storica". Frei Betto, citato da Grabois, qualifica i lavoratori di questo settore come "povertariato" [sic!].

 

8. MST e Via Campesina, paradigmi del nuovo "povertariato"
che pratica l'azione diretta come strumento di liberazione

Questi lavoratori informali sarebbero ipoteticamente mossi dall'aspirazione ad "un mondo senza sfruttamento dell'uomo sull'uomo, dove ogni persona riceve secondo le sue necessità e contribuisce secondo le sue capacità" (principio marxista ben noto). Il che significa che saremmo tutti potenziali comunisti, puri utopisti marxisti, sia pure non manifesti! E ci tocca sentire, Santo Padre, che questa clamorosa menzogna - che sarebbe risibile se non fosse terribile - è stata predicata nei recinti della Sede Apostolica.

Nel suo discorso, Grabois riprende la vecchia dualità marxista oppressore-oppresso, per dire che oggi emerge un nuovo proletariato pronto alla ribellione, composto da "i descamisados del XXI secolo, i disoccupati, i cartoneros, gli indigeni, i contadini, i migranti, i venditori ambulanti, i senza tetto, i senza terra, i senza lavoro".

Questo povertariato si presenta con nuove forme di articolazione e nuovi mezzi d'azione, dice Gabrois, tra le quali spiccano "diverse forme di azione diretta", espressione eufemistica coniata dagli anarco-sindacalisti francesi dell'inizio del XX secolo, per indicare l'illegalità e la violenza. Oggi, l'impiego di questa strategia della "azione diretta" deriverebbe dal fatto che, mentre i lavoratori industriali "contano sullo sciopero come strumento principale, gli esclusi possono farsi sentire solo attraverso picchetti, mobilitazioni e altre forme di lotta che si usa criminalizzare".

Come paradigmi di questa "azione diretta", l'attivista cartonero cita proprio i movimenti invitati dalla Pontificia Accademia delle Scienze a partecipare al seminario da essa organizzato: il Movimento de Trabalhadores Excluídos (MTE) dell'Argentina (nella persona dello stesso Juan Grabois), il Movimento dos Sem Terra (MST) del Brasile (rappresentato dal Sig. J. P. Stédile), il quale "fa parte di Via Campesina, con più di 100 organizzazioni in tutto il mondo", con sede centrale in Indonesia.

 

9. Apologia di una nuova società collettivista e umanitaria

In questo discorso di forte impatto, la cosa più incredibile è che il Sig. Grabois insiste sul fatto che, sebbene nell'economia informale popolare, "i mezzi di produzione necessari sono alla portata dei settori popolari", questo non conduce a che tali mezzi siano "sfruttati collettivamente" e possano generare "relazioni sociali che siano orizzontali" - in breve, perché si giunga ad un regime comunista.

Quindi è necessario che anche l'economia informale sia controllata dal "potere popolare" - cioè dai nuovi soviet. Da qui nascerebbe "una nuova società" che, come si capisce facilmente, si identifica con il più puro comunismo.

Tanto più che il modello di questa "nuova società" è costituito dagli insediamenti controllati dal MST, non bisogna dimenticare che Miguel Stédile (figlio di J. P. Stédile), del coordinamento nazionale del MST, ha dichiarato alla rivista Epoca (n° 268, luglio 2003): "Vogliamo la socializzazione dei mezzi di produzione. Adatteremo le esperienze cubana e sovietica in Brasile" (19).

Santità, al mio cuore di cattolico e di brasiliano, risulta inspiegabile che nei sacri recinti della Città del Vaticano sia risuonata una tale apologia del comunismo - con la sua ideologia fondata sulla negazione della proprietà privata e sulla lotta di classe - apologia fatta dal Sig. Grabois 76 anni dopo che Papa Pio XI ha condannato questo sistema innaturale come "intrinsecamente perverso" (20)!

 

10. Oltre che nella Pontificia Accademia delle Scienze, Stédile e Grabois
pongono le loro speranze nel Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace

Soprattutto non cessa di causare perplessità il fatto che l'avvocato che ha pronunciato un simile discorso sia stato invitato il giorno seguente, da Vostra Santità, ad un'udienza privata. E che, nel corso di questa udienza, sia stato registrato il messaggio di saluto già citato da La Via Campesina, e in più un video promozionale del Movimento de Trabalhadores Excluídos, fondato e animato da un militante neo-marxista convinto.

È comprensibile, quindi, che la Via Campesina, il MST e il MTE si siano precipitati a dare pubblicità a questi eventi come ad "un avvenimento senza precedenti", in un comunicato congiunto (21) ampiamente diffuso dai media, nel quale si insiste sul fatto che "l'attività è stata coordinata dal Cancelliere dell'Accademia, [Arcivescovo] Monsignor Marcelo Sánchez Sorondo, su richiesta di Francesco stesso".

Il comunicato sottolinea che, "finita la giornata, Stédile e Grabois hanno tenuto un incontro prolungato con il cardinale Turkson, Presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, nel corso del quale si sono scambiate delle opinioni su vari temi sociali e hanno parlato delle alternative per dare continuità al dialogo tra la Chiesa e i movimenti popolari".

Da questi incontri con i prelati della Curia Romana, il MST e il MTE si aspettano di ottenere numerosi vantaggi. Lo stesso Grabois, in un'intervista a Radio Vaticana (22), ha detto: "Dobbiamo globalizzare la lotta (...). E credo che in questo contesto, anche il Consiglio Giustizia e Pace, con una persona come [il Cardinale] Turkson, ci darà una mano". Inoltre ha detto di ritenere che "anche se sembra un po' strano", la Pontificia Accademia delle Scienze "è anche disposta ad accompagnare, per quanto può, le rivendicazioni, le nostre posizioni, le nostre lotte, compreso il rafforzamento dei processi di organizzazione. Sempre in un contesto di dialogo, di pace, di convivenza, di rispetto per le istituzioni".

Quanto alle promesse di pace e di rispetto per le istituzioni, almeno per quanto riguarda il MST, mi sento in diritto di qualificarle come un'abile dissimulazione per meglio ottenere l'appoggio della Santa Sede.

Ma se la Pontificia Accademia delle Scienze si è realmente impegnata a contribuire al rafforzamento dei processi di organizzazione dei cosiddetti "movimenti sociali", come affermano i capi del MST e del MTE, non sorprende che il comunicato congiunto affermi che entrambi i movimenti condividono la "rinnovata sensazione" di aver ricevuto "un importante appoggio alla loro lotta" e che "si apre una nuova tappa verso l'unità globale del campo popolare". È come se dicessero: ora sì che potremo far diventare reale l'appello di Marx ed Engels: "Proletari di tutto il mondo unitevi!".

Certamente, questa "nuova tappa" non fa presagire nulla di buono per lo Stato di Diritto e per la decantata democrazia nei nostri paesi. Poiché, secondo lo stesso comunicato congiunto del MST e del MTE, "la democrazia formale o borghese ha fallito. Le forme di rappresentanza sono in crisi e non corrispondono agli interessi dei popoli. [...] Vi è un urgente bisogno di sviluppare nuove forme di partecipazione popolare nei tre poteri e nuove forme di rappresentanza politica in tutto il mondo. Una democrazia che, oltre che formale, sia reale".

In altre parole, il duo MST-MTE propone lo stile di "democrazia popolare" in vigore a Cuba e nel Venezuela chavista. Cioè una dittatura di fatto e tanto più pericolosa per quanto questi due "movimenti sociali" aspirano ad imbavagliare la stampa libera: "La costruzione di una democrazia richiede la democratizzazione, in primo luogo, dei mezzi di comunicazione", affermano in modo eufemistico.

 

11. Da dove proviene la speranza di questi estremisti di sinistra
di poter contare sull'appoggio degli organismi della Santa Sede?

Santo Padre, con profonda preoccupazione e anche con angoscia, non posso fare a meno di chiedermi: da dove proviene la speranza di questi estremisti di sinistra di poter contare sull'appoggio degli organismi della Santa Sede per condurre in porto i loro piani rivoluzionari e dittatoriali?

Tutto sembra indicare che essi diano per certo che sia in atto un cambio di orientamento dottrinale della Santa Sede. Un indizio è dato dal comunicato dei MST- MTE, che registra il fatto che "tutti i partecipanti hanno fatto ripetuti riferimenti all'Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium" e ai suoi "categorici e illuminanti concetti sulla situazione degli esclusi e sulla matrice escludente dell'economia globale".

Un altro indizio è che la stessa Radio Vaticana, in una trasmissione del 22 gennaio scorso, si è unita ai festeggiamenti per i 30 anni di fondazione del MST (23). E per questo ha aperto i suoi microfoni a don Savio Corinaldesi, missionario saveriano, per il quale il MST è "una luce". Questo prete, utilizzando espressioni di radicalismo fuori dal comune, arriva a dire che il MST è "odiato, disprezzato e combattuto da coloro che odiano, disprezzano e combattono il popolo". E in seguito lancia un appello perché il popolo si organizzi: "Ma tuttora c'è un messaggio che tutti noi dovremmo ascoltare e mettere in pratica: il popolo sa risolvere i suoi problemi, e lo fa quando si organizza".

Come non vedere, in questa bizzarra trasmissione di Radio Vaticana, un triste e sgradevole seguito di ciò che è accaduto alla Pontificia Accademia delle Scienze?

 

12. La questione sociale non è meramente economica,
ma principalmente morale e religiosa

A scanso di equivoci, chiarisco a Vostra Santità che in nessun modo considero l'attuale ipercapitalismo globalizzato come una panacea economica, e che, come cattolico, deploro, tra gli altri gravi difetti della presente economia mondiale, che i benefici di base del progresso materiale non abbiano ancora raggiunto molte parti della popolazione. Ma questa non è una questione puramente economica.

Papa Leone XIII

Papa Leone XIII

Leone XIII ha insegnato che la cosiddetta "questione sociale" è principalmente una questione di ordine morale e religioso. Disse il Pontefice: "Spacciano infatti alcuni e fanno credere a molti che la così detta questione sociale sia soltanto economica, laddove sta con ogni certezza che essa è principalmente morale e religiosa, e che perciò bisogna scioglierla a tenore delle leggi morali e religiose" (24).

Stando così le cose, un intervento di successo della Gerarchia Ecclesiastica in campo economico e sociale dovrebbe partire dalla denuncia dei due vizi che sono all'origine di tutti i disordini e le rivoluzioni moderne: l'orgoglio e la sensualità (25).

Questi vizii alimentano i due errori fondamentali e apparentemente opposti del nostro tempo: l'utopia collettivista e il liberalismo individualista. Poiché, da un lato, generano il sogno anarchico-ugualitario di una società senza governo, senza classi e senza leggi, e d'altro sono alla base del liberalismo moderno, che rifiuta qualsiasi riferimento ad una verità oggettiva, a valori assoluti, ad una legge superiore, e quindi conduce alla "dittatura del relativismo", opportunamente denunciata dall'allora cardinale Ratzinger (26).

Così, alle radici più profonde della crisi antropologica che oggi attraversa l'umanità, non vi è semplicemente la negazione dei diritti fondamentali degli uomini, ma la negazione del primato di Dio nell'organizzazione della società umana. Tutto il resto è mera conseguenza.

 

13. Restaurazione della civiltà cristiana

La società attuale, di ispirazione laica, scredita i beni dell'anima. Essa è penetrata come un veleno in Occidente a partire dal rifiuto dell'ordine austero e sacrale che vigeva nella Cristianità, quando, secondo le illuminate parole di Leone XIII: "la filosofia del Vangelo governava la società: allora la forza della sapienza cristiana e lo spirito divino erano penetrati nelle leggi, nelle istituzioni, nei costumi dei popoli, in ogni ordine e settore dello Stato" (27).

San Pio X

San Pio X

Così, anche secondo gli insegnamenti di San Pio X, un vero e proprio ritorno all'ordine nella società umana presuppone la restaurazione di tutte le cose in Cristo - il bel motto del suo pontificato: Instaurare omnia in Christo (Ef. 1,10) - e la ripresa dell'ideale cristiano della società, come da lui magistralmente enunciato. Di fronte alla "anarchia sociale e intellettuale" che imperversava nei primi anni del XX secolo, il Santo Pontefice segnalava la vera soluzione: "Non si costruirà la città diversamente da come Dio l'ha costruita; non si edificherà la società, se la Chiesa non ne getta le basi e non ne dirige i lavori; no, la civiltà non è più da inventare, né la città nuova da costruire sulle nuvole. Essa è esistita, essa esiste; è la civiltà cristiana, è la civiltà cattolica. Si tratta unicamente d'instaurarla e di restaurarla senza sosta sui suoi fondamenti naturali e divini contro gli attacchi sempre rinascenti della malsana utopia, della rivolta e dell'empietà" (28).

Per quanto riguarda l'elevazione e la rigenerazione delle classi operaie, San Pio X insisteva nel dire che "i principi della dottrina cattolica sono fissati" e citando Leone XIII sottolineava la necessità di "mantenere la diversità delle classi, che è certamente la condizione propria della città bene ordinata, e volere per la società umana la forma e il carattere che Dio, suo autore, ha impresso in essa" (29).

Al tempo stesso tempo, quel grande Pontefice denunciava la perversità di voler "perseguire la soppressione e il livellamento delle classi" sociali - come fanno il MST e il MTE - e di voler recidere le basi naturali e tradizionali della società umana, con la promessa di "una città futura costruita su altri principi" (30), in particolare quelli dell'egualitarismo.

 

14. I poveri rifiutano la predicazione rivoluzionaria e anelano a un vero ordine

Quindi, non saranno i programmi altermondialisti di stampo "ecologico" e neo-marxista dei "movimenti sociali" che risolveranno l'attuale crisi economica e ridurranno la povertà nel mondo.

Se il problema è l'emergere degli esclusi, Cuba è precisamente il contro-modello da evitare a tutti i costi, pena il trasformare il mondo intero in una società di miserabili, questi sì esclusi in quell'Isola-prigione: esclusi dal benessere, esclusi dalla vita politica, esclusi dalla cultura, esclusi dalla libertà di viaggiare e soprattutto esclusi dal praticare senza impedimenti la religione cattolica!

I poveri non vogliono per loro un tale incubo. E anche per questo sono pochi quelli che si lasciano irretire dai vaneggiamenti di un MST o di un MTE, anche se questi, nella loro predicazione rivoluzionaria, si rivestono dei panni falsamente cristiani di una Teologia della Liberazione di orientamento chiaramente marxista.

È molto significativo che, nel 2009, un sondaggio dell'Istituto di ricerche Ibope (31) abbia dimostrato che il 92% della popolazione brasiliana considera illegali le occupazioni di terre, promosse dal MST; mentre il 72% degli interpellati ritiene che il potere pubblico dovrebbe utilizzare la polizia per far eseguire gli ordini di sgombero dell'autorità giudiziaria nei confronti degli occupanti. Per più del 70% degli intervistati, il MST ostacola lo sviluppo economico e sociale, la creazione di occupazione e gli investimenti nazionali ed esteri. Ancora più significativo è che per l'85% dei brasiliani, il diritto alla proprietà privata è essenziale per il Paese: chiaro elemento che mostra come le persone rigettino il comunismo e la sua miseria.

La demagogia della sinistra, Santità, può trovare risonanza nelle redazioni di certi giornali e TV, nel mondo accademico, nella nomenklatura dei partiti politici... e perfino - duole constatarlo - in certi ambienti ecclesiastici; ma essa non inganna la stragrande maggioranza delle persone, che sempre più si distanziano da essa.

 

15. Completo fallimento della riforma agraria:
invece di favorire, danneggia i poveri

La prova di ciò è che, tra le rivendicazioni più costanti dei movimenti imbevuti di queste idee rivoluzionarie, c'è sempre l'attuazione di una riforma agraria radicale, che elimini la grande e media proprietà, riducendo tutto il contesto rurale in piccole aree di terra che, tra l'altro, in gran parte non sono di proprietà dei loro detentori, ma di cooperative fortemente statalizzate.

Ora, nonostante l'incredibile propaganda fatta a favore e i fiumi di denaro spesi per la sua realizzazione, la riforma agraria in Brasile è fallita. La situazione economica e sociale negli insediamenti della riforma agraria è così grave che perfino ministri del governo riconoscono che la maggior parte di essi si è trasformata in autentiche "favelas rurali". Riconoscimento tardivo, poiché questa espressione era stata coniata molti anni fa dal Prof. Plinio Corrêa de Oliveira, nella sua continua lotta per avvertire i Brasiliani di questo sbocco inevitabile. Sì, inevitabile, poiché tutto ciò che è contrario all'ordine naturale, presto o tardi finisce in un disastro. È per questo che a ragione i Francesi dicono: Chassez le naturel, il revient au galop [Cacciato il naturale, esso ritorna al galoppo].

Plinio Corrêa de OliveiraNon fu, quindi, per mancanza di avvertimento. Fin dai primi degli anni '50, il Prof. Plinio Corrêa de Oliveira aveva notato che la propaganda rivoluzionaria spingeva in direzione della riforma agraria, alla fine del decennio consolidatasi in progetti concreti. Così, nel 1960, scrisse con due vescovi e un economista, e diffuse, il libro Riforma Agraria - Questione di coscienza, nel quale predisse che essa sarebbe sfociata in un fallimento. Fu il punto di partenza di una lotta che comportò la pubblicazione di diversi libri, manifesti e dichiarazioni, nonché campagne pubbliche di divulgazione e sottoscrizioni, svoltesi nelle quattro decadi seguenti, fino alla sua morte nel 1995.

Oggi, studiosi e professionisti competenti sottolineano il fallimento della riforma agraria. Così, pochi giorni fa, il Prof. Zander Navarro, dell'Università Federale del Rio Grande do Sul, in un articolo pubblicato in un grande quotidiano di San Paolo (32), descrivendo l'esodo rurale che si verifica da nord a sud del Brasile, ha scritto: "Ci sono i coloni, che dovrebbero essere significativi. In fondo si tratta di un insieme di 1,25 milioni di famiglie in 8800 insediamenti, che occupano 88 milioni di ettari, equivalenti quasi alla superficie totale del Mato Grosso. Ma la riforma agraria è un completo fallimento: gran parte dei beneficiari hanno desistito, lasciando incolti gli insediamenti, in particolare nel cuore del paese, soprattutto nel Nord-Est e nel Nord".

Mentre gli insediamenti della riforma agraria, creati sull'onda di questa agitazione agraria non producono nulla, e vivono delle elemosine di Stato, un competente perito della Empresa Brasileira de Agropecuária (Embrapa) [Impresa Brasiliana di Agroallevamento] (33), riscontra che la tecnologia ha aiutato i piccoli, medi e grandi agricoltori, e aggiunge: "La produzione agricola in Brasile alimenta 1 miliardo di persone" (34). Un altro studio riporta che "il prezzo del paniere alimentare è sceso della metà tra il 1975 e il 2010" (35), il che spiega il fatto che, "nella decade del '70, la famiglia media brasiliana spendeva per alimenti circa il 40% del reddito familiare. Attualmente,invece, questo valore non supera il 16%" (36).

 

16. Quo vadis, Domine?

Vostra Santità, agendo con calcolata prudenza, va definendo a poco a poco l'indirizzo del suo pontificato. È naturale che i fedeli accompagnino con attenzione i passi che si vanno compiendo in questo senso. Di fronte alle inevitabili perplessità che ogni cambiamento di rotta naturalmente produce, è comprensibile che molti, nel loro cuore, si pongano la domanda che, secondo la leggenda, lo stesso San Pietro fece quando, in fuga dalle persecuzioni di Nerone, incontrò Gesù Cristo che veniva in direzione opposta: Quo vadis, Domine? - Dove vai, Signore?

Nell'ascoltare la risposta di Nostro Signore: che si stava recando a Roma per essere nuovamente crocifisso, San Pietro si rese conto che per lui era giunto il momento di patire il martirio. Così si sottopose al supplizio con grande umiltà, chiedendo ai carnefici di essere crocifisso a testa in basso - secondo una pia tradizione - perché non si considerava degno che la sua morte eguagliasse in ogni dettaglio quella di Cristo.

Così, alla luce dei fatti sopra dettagliatamente descritti e delle perplessità da essi suscitate, un fedele potrebbe essere portato a rivolgere a Papa Francesco la stessa domanda: - Quo vadis, Domine?

Sarà lecito farlo? A quali condizioni?

Il Codice di Diritto Canonico sancisce, al canone 212 § 3, il pieno diritto di ogni fedele alla rispettosa esposizione della sua opinione, su questa o su altre materie: "In modo proporzionato alla scienza, alla competenza e al prestigio di cui godono, essi hanno il diritto, e anzi talvolta anche il dovere, di manifestare ai sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa; e di renderlo noto agli altri fedeli, salva restando l'integrità della fede e dei costumi e il rispetto verso i Pastori, tenendo inoltre presente l'utilità comune e la dignità della persona". Lo faccio quindi in questo Riverente e Filiale Messaggio, convinto che Vostra Santità riceverà la presente esternazione con paterna benevolenza, e come un leale contributo per l'esito della sua eccelsa missione nel governo della Santa Chiesa.

 

* * *

 

Ribadendo una volta di più la mia illimitata ed amorosa obbedienza non solo alla Santa Chiesa ma anche al Papa, in tutti i termini prescritti dalla dottrina cattolica, prego Nostra Signora Aparecida, Regina e Patrona del Brasile, che illumini Vostra Santità e aiuti tutti i cattolici latino-americani a permanere fortes in fide, nelle loro convinzioni cattoliche e nel loro rifiuto dell'estremismo di sinistra, così che questa Terra de Santa Cruz continui ad essere sempre di più, insieme alle nazioni sorelle dell'America spagnola, il Continente della Speranza, sotto le benedizioni della sua amata patrona, Nostra Signora di Guadalupe.

 

Baciando l'anello del Pescatore, chiedo umilmente la Benedizione Apostolica,
in Gesù e Maria
Bertrand de Orleans e Bragança
San Paolo, 8 febbraio 2014

 

(Rivista "Catolicismo", Marzo 2014, Brasile - Sito Tradizione, Famiglia, Proprietà, Italia)

 

NOTE

  1. La Campagna Paz no Campo è nota in Brasile per la difesa dei principi della proprietà
    privata e della libera iniziativa, secondo gli insegnamenti contenuti nei documenti
    del Magistero tradizionale della Chiesa.
  2. http://www.feedfood.com.br/agronegócio-corresponde-37-dos-empregos-gerados-no-pais/
  3. http://exame.abril.com.br/economia/noticias/recorde-de-exportações-no-agronegócio-
    aumenta-demanda-por-profissionais

    * Emergenza esclusi - The Emergency of the Socially Excluded
    http://www.casinapioiv.va/content/accademia/it/publications/scriptavaria/excluded.html
    http://www.casinapioiv.va/content/accademia/it/events/2013/excluded.html
  4. http://www.adistaonline.it/?op=articolo&id=53494
  5. http://www.wsftv.net/Members/focuspuller/videos/joão-pedro-stedile-1/view
  6. http://leonardoboff.wordpress.com/2014/01/10/os-movimentos-populares-latino-americanos-
    junto-ao-papafrancisco/

  7. http://www.uel.br/grupo-pesquisa/gepal/anais_ivsimp/gt7/15_mairakubik.pdf
  8. http://www.mst.org.br/node/15560
  9. http://www.old.pernambuco.com/últimas/notícia.asp?materia=2008610133246
  10. http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/speeches/1995/march/documents/
    hf_jpii_spe_19950321_brasile-ad-limina_po.html

  11. http://www.vatican.va/holy_father/john_paul_ii/speeches/2002/november/documents/
    hf_jpii_spe_20021126_brazil-sul-iii-iv_po.html

  12. http://www.agendaoculta.net/2012/08/el-capitalismo-de-exclusion-y-la.html
  13. http://www.cartoneando.org.ar/content/capitalismo-popular-una-variante-salvaje-
    del-modelo-por-juan-grabois

  14. http://www.economiapopular.coop/juan-grabois
  15. http://mareapopular.org/revista/agremiando-la-precarizacion-laboral/
  16. http://www.telam.com.ar/notas/201307/26546-el-papa-mando-a-buscar-a-35-
    cartoneros-argentinos-entre-unmillon-de-peregrinos.html

  17. http://www.noticiasdiaxdia.com.ar/noticias/val/6869-43/-carta-al-evita-desde-el-vaticano-
    por-juangrabois.html#.UtMMcvSICSp

  18. http://www.casinapioiv.va/content/dam/accademia/pdf/sv123/sv123-grabois.pdf
  19. http://revistaepoca.globo.com/Epoca/0,6993,EPT564366-1653-5,00.html
  20. Enciclica Divini Redemptoris, del 19 marzo 1937, § 58.
  21. http://www.cartamaior.com.br/?/Editoria/Movimentos-Sociais/Os-ovimentos-populares-
    latino-americanosjunto-ao-Papa-Francisco/2/29947

  22. http://media01.radiovaticana.va/audiomp3/00404088.MP3
  23. http://it.radiovaticana.va/news/2014/01/22/brasile:_compie_30_anni_il_
    movimento_%E2%80%9Csem_terra%E2%80%9D/it1-766279

  24. Enciclica Graves de communi re, del 18 gennaio 1901.
  25. Cfr. Plinio Corrêa de Oliveira, Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, Parte I, cap. VII, 3.
  26. Disse il Cardinale: "Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce
    alcunché di definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io
    e la propria volontà" (Omelia nella Missa Pro Eligendo Romano Pontifice, 18 aprile 2005
    http://www.vatican.va/gpII/documents/homily-pro-eligendo-pontifice_20050418_po.html
  27. Enciclica Immortale Dei, del 1 novembre 1885.
  28. Lettera Apostolica Notre charge apostolique, del 25 agosto 1910, § 11.
  29. Lettera Apostolica Notre charge apostolique, del 25 agosto 1910, § 9.
  30. Lettera Apostolica Notre charge apostolique, del 25 agosto 1910, § 9 e 10.
  31. http://www.estadão.com.br/noticias/nacional,ibopecna-92-condenam-ocupacões-
    do-mst,485449,0.htm

  32. O Estado de São Paulo, 22 gennaio 2014.
  33. Evaristo Eduardo de Miranda, dottore in Ecologia e responsabile dell'area
    di monitoraggio via satellite della Embrapa.
  34. http://www.iica.int/Esp/regiones/sur/brasil/Lists/Noticias/DispForm.aspx?ID=634
  35. Notícias Agroinvvesti, 17 giugno 2011, Cleber Bordignon, Agronegócio,
    um mundo de oportunidades -
    http://www.agroinvvesti.com.br/?menu=noticias&id=907
  36. Notícias CNA, 2 novembre 2011, Brasil e EUA: grandes potências para alimentar o mundo
    http://www.canaldoprodutor.com.br/comunicacao/noticias/brasil-e-eua-grandes-
    potências-para-alimentar-o-mundo

 

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